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Yeshua

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LA CROCE DI SPINE

BREVI NOTE DI PRESENTAZIONE DELL’AUTORE

 

Questo libro nasce da un travaglio di coscienza che ha segnato gli anni della mia maturità.

Vengo da una famiglia cattolica, sono stato battezzato, conservo ancora l’album della prima comunione e quello del mio primo matrimonio in Chiesa.

Anni fa, spinto dal desiderio di dare solidità alla mia fede, decisi di affrontare un lavoro di ricerca sulla storicità di Gesù Cristo, interlocutore privilegiato delle mie ansie più intime, la spalla sulla quale piangere nei momenti di sconforto e principale riferimento della mia coscienza di uomo.

Non posso descrivere quello che ho provato di fronte all’infrangersi delle mie certezze!

Se avessi incontrato soltanto il vuoto di conferme (cosa che chiunque può verificare addentrandosi appena nello studio delle fonti storiche del tempo), avrei potuto pensare alla distruzione accidentale di documenti, alla disattenzione degli storici dei primi secoli verso un fenomeno inizialmente sottovalutato o forse ad un silenzio degli stessi per timore delle ritorsioni persecutorie del potere imperiale.

Purtroppo, però, una dopo l’altra e con evidenza lampante presero corpo dinnanzi ai miei occhi tutte le “magagne” architettate dalla Chiesa dei primi secoli allo scopo di occultare la verità storica e di sovrapporre ad essa la favola neotestamentaria.

Con un senso di infinita frustrazione che ancora mi accompagna, compresi che “l’uomo che cambiò il mondo” fu in realtà generato dal mondo che cambiò l’uomo, asservendone l’immagine ai propri fini di potere.

Subentrò la rabbia, poi la lucidità, poi di nuovo lo sconforto: mi sentivo defraudato, truffato, sfruttato ma, paradossalmente, mi mancava Gesù e non posso negarlo… mi manca ancora!

Dopo qualche tempo decisi di pubblicare il mio lavoro in internet e creai il sito web Yeshua.it, con la pena nel cuore di chi deve dire ad un bambino che Babbo Natale non esiste!

A spingermi non fu certo la vanità di esibire le mie fatiche ma solo ed esclusivamente l’amore per la verità,  pur dolorosa che sia.

Fin dall’inizio il contatore delle visite, da una settimana all’altra e da un mese all’altro, saliva esponenzialmente ed oggi, dopo tre anni, ha quasi raggiunto la considerevole cifra di duecentomila contatti.

Eppure in quel lavoro non mi riconosco più e per questo ho deciso di cancellarlo e lasciare spazio ad ampi stralci di questo libro: sono cresciuto ancora, ho studiato molto ed ho acquistato nuove consapevolezze, le quali mi hanno indotto ad abbandonare quella visione fino ad allora disperatamente ancorata ai brandelli di un’immagine che, magari in minima parte, mi ostinavo a voler storicamente salvare a tutti i costi.

E’ inutile mentire a se stessi e agli altri: il Gesù Cristo che tutti conosciamo, quello che si affaccia dalla spalliera del letto o dal comodino della nonna, è esistito solo nelle parole e nelle azioni di più di un individuo di quel tempo (per la precisione due) e questo appare con straordinaria evidenza nelle pagine di Giuseppe Flavio (il più grande storico ebreo che testimoniò quegli anni) e nelle reminiscenze (benché in parte confuse) della tradizione rabbinica, fissata in forma scritta soltanto a partire dal II secolo d.c.

Sono, tuttavia, parole e soprattutto azioni assolutamente incompatibili con le attestazioni neotestamentarie e con le connotazioni teologiche di Gesù di Nazareth, al quale i personaggi ispiratori hanno ceduto la propria vicenda storica, successivamente emendata dalle scorie ed addomesticata alle esigenze dell’evangelizzazione universale secolarmente condotta dalla Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi.

Molte persone che hanno letto i miei scritti mi domandano se le convinzioni alle quali sono approdato possano o meno convivere con la fede in un Dio: in altre parole, se credo ancora in un essere superiore e in una diversa dimensione dove la vita prosegue dopo la morte del corpo, oppure se sono diventato ateo e penso alla fine dei miei giorni come ad un interruttore che spegnerà per sempre la mia esistenza.

E’ una domanda intima alla quale non rispondo volentieri e non certo per gelosia della mia privacy, quanto piuttosto perché qualsiasi risposta sarebbe inutile e fuorviante: la mia ricerca, condotta (almeno nelle intenzioni) secondo i criteri delle metodologia scientifica, porta alla negazione storica di Gesù Di Nazareth, non certo di Dio del quale non è a mio avviso possibile dimostrare l’esistenza né l’inesistenza.

Detto questo, mi perdoni il lettore se anche in questa breve presentazione rinuncio a qualsiasi pronuncia sul mio personale rapporto con il soprannaturale: in fondo non ha molta importanza sapere ciò che un uomo come tanti pensa su Dio, quanto piuttosto conoscere ciò che dopo anni di defatiganti studi ha scritto su Cristo: questo è il livello del confronto sul quale può nascere un dibattito che, per essere serio e costruttivo, deve prescindere dalla fede e rimanere aderente alla storia.

 

Giancarlo Tranfo