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LA CROCE DI SPINE

 

Nota introduttiva dell’Editore

 Credo quia absurdum

(Tertulliano, II sec. D.C.) 

La frase che apre questa nota non vuole essere una petizione di principio, ossia non vuole affermare ciò che si crede e perché lo si crede. Questa frase serve ad introdurre un importante premessa che la Casa Editrice si sente in obbligo di fare, nel presentare questo importante volume.

Potrebbe pure risultare un argomento banale, che molti potrebbero ritenere superfluo, ma sin dagli inizi della nostra attività abbiamo cercato di darci un certo tipo di “regole di comportamento”, e quindi questo problema va affrontato.

Questo libro non tratta di fede. Almeno non nel senso in cui a nostro avviso la fede va intesa. Questo è il risultato di un intenso, immenso e estremamente profondo lavoro di ricerca, che l’autore ha condotto per anni e che poi ha richiesto ulteriori anni per venire alla luce, sotto forma di manoscritto.

Quando abbiamo scorso per la prima volta le pagine che compongono quest’opera, la nostra sensazione di scoperta, di invenzione, nel senso latino della parola stessa (da invenio, “io trovo”) ci ha colpito profondamente. In questi casi, il peso di ciò che leggi, il peso dei temi affrontati non dà all’editore alcuna scelta: un libro come questo deve essere pubblicato. Naturalmente possono insorgere mille problemi etici, morali, religiosi, o persino di mera opportunità. Ma noi abbiamo sempre cercato di intraprendere il nostro percorso facendo soprattutto scelte di libertà, che non vanno mai considerate scelte di campo.

Questa nota non è un atto di viltà nei confronti del lettore e dell’autore, che si proponga di abbandonare l’uno nelle mani dell’altro badando soltanto al tintinnare dei soldi nella cassa. In queste poche righe le molte anime della nostra piccola, ma guerriera, Casa Editrice si propongono ai suoi vecchi e nuovi lettori con l’onestà che ci ha sempre contraddistinto.

Abbiamo scelto di pubblicare il libro di Giancarlo Tranfo perché ritenevamo, e ancor di più lo riteniamo oggi, che l’editoria serva anche, se non soprattutto a questo. Ossia a diffondere ciò che nel pensiero umano è evoluzione, studio, analisi, sintesi.

Crediamo così fortemente nel valore del lavoro che Giancarlo ha svolto da non doverci soffermare più di tanto sui risultati, sulle conclusioni. Ci piacerebbe anzi che domani qualche lettore serio, avveduto, scientificamente preparato ci inviasse un manoscritto in aperta confutazione delle tesi esposte in questo volume. Lo pubblicheremmo decisamente volentieri.

Attribuiscono a Voltaire la frase Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.” Questo dovrebbe essere il compito dell’editoria, dei mezzi di comunicazione, quelli veri, quelli liberi, se mai ne esistono.

Noi ci siamo.

 

 

Marco Porsia

CHINASKI EDIZIONI